Razzismo e Violenza: è arrivato il momento di fermarsi e riflettere.

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Breonna Taylor, George Floyd, Jacob Blake.

Sono questi i nomi delle ultime tre vittime degli “abusi” nei confronti di cittadini afroamericani negli Stati Uniti.

Tre nomi, tre vite, tre gocce che hanno letteralmente fatto traboccare il vaso.

Negli States, il movimento Black Lives Matter sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone e, come abbiamo potuto vedere ieri notte, continua a ricevere un sostegno dal mondo dello sport americano (e non solo).

In passato, Jesse Owens, Jackie Robinson, Muhammad Ali, John Carlos, Tommie Smith, Kareem Abdul-Jabbar, Jim Brown, Billie Jean King, Arther Ashe e Colin Kaepernick hanno segnato una via, dimostrando quanto un’atleta di primo livello possa essere impattante anche in un ambito così delicato.

La decisione (storica) delle squadre NBA di non scendere in campo durante i playoff ha smosso gli animi, anche delle persone più indifferenti, in merito a questa situazione diventata inaccettabile in una civiltà globale come quella di oggi.

Giusto fermarsi, giusto avere un confronto, giusto avere un’unica voce.

Ma quanto può essere sbagliato pensare che sia solo un problema a stelle e strisce? Tanto.

Il razzismo e la violenza sono due fenomeni che, purtroppo, si manifestano in tanti (troppi) modi diversi, spesso “confondendosi” con la normalità.

Quante liti familiari degenerano? Quanta violenza per un rapporto d’amore finito male? Quanto accanimento su chi lascia la propria casa inseguendo una vita migliore? Quante persone vengono derise per il loro aspetto fisico? Quanto odio viene espresso con “facilità” sui social network?

I problemi non sono nuovi, la violenza non è nuova e le divisioni razziali non sono nuove: fermarsi è d’obbligo, riflettere è indispensabile.

È tempo di guardarci allo specchio e chiederci cosa stiamo facendo per cambiare questo mondo.

Non è una questione di idee, di orientamenti politici o modelli di comportamento, non riguarda responsabilità individuali: esponiamo questi problemi, affrontiamoli, usiamo tutti i mezzi a nostra disposizione e rinunciamo alla violenza.

Investire tempo nella formazione culturale e nell’insegnare il rispetto dell’altro e di quello che ci circonda è un processo che non può più essere rinviato perché la vita è una partita bellissima da giocare ma, in questo caso, non è solo un gioco.

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